L’azienda nasce dalla passione profonda che i miei genitori hanno sempre avuto per la loro terra da cui sono partiti bambini alla volta della Maremma e delle terre bergamasche. Dal 2004 il ritorno in Appennino con l’inaugurazione dell’azienda agricola Le Comunaglie, allevamento biologico di vacche chianine. Dal 2017 anche io, Arianna, collaboro con i miei genitori e contemporaneamente gestisco il rifugio al Passo di Pradarena. Nel 2022 mio fratello Matteo ci raggiunge e inaugura il Food truck aziendale mentre babbo Aldo segue il nuovo ramo agroforestale. Tutto questo affiancati dai nostri validi collaboratori Manuel, Kubu, Calice e Happy.
L’allevamento di vacche chianine attualmente fornisce la carne necessaria al fabbisogno del rifugio del Passo Pradarena ed al truck aziendale. Rimane, anche se marginale, la vendita in pacchi famiglia della nostra carne, accuratamente preparata nel laboratorio di trasformazione e consegnata al consumatore. Siamo partiti nella convinzione che per raggiungere il consumatore con un prodotto di qualità fosse necessario accorciare la filiera del commercio e pertanto abbiamo deciso di optare per la vendita diretta con consegna fatta personalmente all’acquirente. Affianchiamo l’attività principale con prodotti minori, fra cui le confetture di Pergialon, pere di un’antica varietà presente nei terreni aziendali in alberi monumentali, frutti che si raccolgono ogni anno a settembre una volta cadute a terra. Produciamo inoltre Ragù di Chianina elaborati in quattro differenti ricette e Zuppa per ribollita con ortaggi di nostra produzione. La scelta, infine, di dedicarsi all’attività agroforestale ci permette di commercializzare legname e contemporaneamente di prenderci cura dei boschi abbandonati ormai da tempo. Siamo da anni fortemente convinti che la conservazione di un patrimonio di qualsiasi entità esso sia, culturale, naturalistico, storico o architettonico passi necessariamente per azioni e non per immobilismi conservatori finalizzati a sé stessi. L’agricoltura, se attività consapevole è capace di contribuire alla conservazione di questo immenso patrimonio che è l’Appennino Reggiano.
Carne chianina
confetture
ragù di chianina
zuppa per ribollita
Confezionamento e vendita di hamburger di chianina e panini con salsiccia di chianina
Prodotti biologici
Azienda agricola forestale
Shop aziendale Aperto nei mesi estivi con orari consultabili sulla pagina Facebook.
Punti vendita esterni
Food truck aziendale
Albergo ristorante Bar Carpe Diem
Caseificio del parco
Il Casale di Bismantova
Cooperativa Marta Maria
Fattoria Fiori
ReteBio soc. cooperativa
Le centrali entrano in esercizio nel 1922 e per Ligonchio rappresentano la svolta verso l’industrializzazione. In quegli anni, la centrale è un’importante eccellenza tecnologica sul territorio che contribuisce al benessere economico e all’aumento demografico di tutta la zona. Di rilievo architettonico l’edificio principale costruito in stile Art Nouveau di cui si percepisce al primo sguardo l’imponenza strutturale.
Collocato all’interno della Centrale Idroelettrica di Ligonchio, l’Atelier è un centro di qualificazione per l’educazione all’ambiente e alla scienza. Non si tratta di un museo della natura ma di un laboratorio di esperienze in relazione e a contatto con essa. È stato inaugurato nel 2010, aperto nei mesi estivi.
Vaglie è un piccolo borgo, frazione del vecchio comune di Ligonchio. Il terremoto del 1929 lo ha raso al suolo ed è stato ricostruito interamente dove collocato oggi. L’unico edificio superstite è la chiesa dove tutta la popolazione si radunò in preghiera alla Madonna di Montenero tutt’oggi venerata e ricordata il 27 gennaio di ogni anno. Nel borgo di Vaglie si possono trovare vecchie case in pietra intonacate con malta tufacea, i lavatoi tutt’oggi utilizzati dalle massaie estive e gli stanzini del ghiaccio, recuperati nel 2015. Vaglie è paese natale di Iva Zanicchi che tutte le estati fa visita ai paesani.
Antico borgo rurale della fine del ‘700 / inizio ‘800 costituito di casa padronale, stalla con sovrastante fienile e pollaio. Circondato da un vecchio frutteto, offre una visuale privilegiata sulla Valle dell’Ozola. Nei fabbricati è possibile riconoscere le vecchie tecniche di intonacatura delle facciate, con malte di legante tufaceo dal caratteristico colore rosaceo. Nel frutteto retrostante è possibile ammirare il grande “Pergiolon”, albero monumentale che vanta ben 150 anni di vita.
Il Passo di Pradarena segna il confine emiliano verso la Toscana. Spartiacque fra la terra reggiana di Ventasso e quella lucchese di Sillano Giuncognano, attraversa la dorsale del crinale appenninico lungo la quale si snoda l’Alta via dei Parchi che dal Parmense giunge a Bologna attraversando spettacolari paesaggi appenninici. Da Pradarena è possibile incamminarsi lungo l’Alta via dei parchi sulle orme degli antichi romani che transitavano verso Luni dal Passo Cavorsella. Il Cavalbianco con i suoi 1888 m slm veglia sul passo e sovrasta il rifugio Carpe Diem. Il monte è intitolato al cavallo bianco di Matilde di Canossa che attraverso Pradarena raggiungeva le terre etrusche.
Percorso ad anello che ci conduce direttamente ai pascoli dell’allevamento di bovini di razza Chianina dell’Azienda Agricola “Le Comunaglie” di Cinquecerri, seguendo una vecchia mulattiera in disuso da decenni, della quale restano ancora alcuni muretti di contenimento in pietra. Prima dell’avvento della motorizzazione la mulattiera rappresentava il percorso più breve per consentire agli abitanti delle borgate poste sulla sponda sinistra del Secchia (Nismozza, Ca’ Manari, Acquabona) di raggiungere Vaglie e i colli del crinale tosco-emiliano (Passo di Pradarena e Passo di Cavorsella).